Come conseguenza della seconda guerra mondiale la diocesi di Pisa ha vissuto dal 1948 in poi una particolare vicenda, che sta giungendo alla fine con l’ultimo protagonista ancora superstite, il novantenne don Severino Dianich: la presenza di un folto gruppo di preti provenienti da Fiume, città italiana fino al trattato di pace del 1947, poi iugoslava e ora croata, col nome di Rijeka.
Il cambio della sovranità nazionale e soprattutto l’oppressivo e persecutorio regime comunista del
maresciallo Tito hanno provocato l’abbandono delle loro terre di 350.000 italiani delle province di Fiume, Pola e Zara. Fra questi anche i vescovi e quasi tutti i preti di lingua italiana. Il vescovo di Fiume Ugo Camozzo nel gennaio 1948 giungeva a Pisa, nominato arcivescovo da Pio XII. In seguito, non con un piano organizzato, ma spontaneamente, chi prima chi dopo, 24 preti fiumani, sparsi qua e là in varie città d’Italia, sono stati accolti dalla diocesi a Pisa. È così che 16 parrocchie della diocesi hanno avuto parroco un prete proveniente da Fiume.
La vicenda sarà ricordata in un evento organizzato dall’“Associazione fiumani italiani nel mondo”, che si svolgerà il 7 novembre prossimo dalle ore 9.30 alle 13 nell’Auditorium “Giuseppe Toniolo” di Piazza Arcivescovado a Pisa.
Gli organizzatori saranno grati ai parroci delle comunità che hanno avuto un parroco fiumano se ne divulgheranno la notizia e favoriranno la partecipazione dei loro parrocchiani.