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Vita Nova del 10 Luglio 2022

IN ARRIVO IL NUMERO DI TOSCANA OGGI DATATO DOMENICA 10 LUGLIO 2022
È in arrivo nelle case degli abbonati e nelle parrocchie il numero di Toscana Oggi datato domenica 10 luglio. Qui sotto trovate la prima pagina del dorso diocesano.

«Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Quante volte, prima di sederci a tavola per consumare in famiglia il cibo messo a disposizione dei commensali, abbiamo recitato la preghiera del Padre Nostro.
«Atna elioum khabzana elyoumi». In Libano, forse più che altrove, la preghiera del Padre Nostro tocca nervi scoperti. Fino a due anni fa questo Paese importava il 66% del grano di cui aveva bisogno dall’Ucraina e il 12% dalla Russia. Oggi non ha linee di approvvigionamento, né può contare su scorte di grano, essendo state danneggiate nell’esplosione al porto dell’agosto 2020. A Beirut e dintorni, il pane scarseggia e non tutti i giorni viene sfornato dai panifici. Quando non c’è pane, la gente si agita , protesta di fronte a panifici e mercati. Ma i libanesi protestano anche quando il pane esce dai forni. Il motivo? Ha costi esorbitanti.

Una situazione che conosce meglio di molti altri padre Damiano Puccini, 56 anni, originario di Navacchio, nipote di don Lido Puccini (morto 14 anni fa) e di don Angelo Cuter, parroco al Sacro Cuore di Pontedera. Padre Damiano ricorda, il prossimo lunedì 11 luglio, i primi trent’anni di ordinazione sacerdotale, ricevuta nell’istituto dei Servi del Cuore Immacolato di Maria con i quali è andato in Libano nel 2003, per poi incardinarsi nel 2012 nella diocesi Maronita di Byblos. Nei giorni scorsi era nella nostra diocesi: per tornare a salutare la mamma (che abita a San Prospero), per raccontare la sua esperienza nelle comunità che desiderano ascoltarlo, per raccogliere «solidarietà» intorno alla missione che sta portando avanti ormai da quasi vent’anni. Noi lo abbiamo incontrato in una pausa-pranzo, a Pisa Café , a due passi da piazza dei Miracoli, insieme all’amico e collaboratore Andrea Bartelloni.

Seduto a tavola, davanti ad un piatto di ribollita , padre Damiano dà voce alla sofferenza di un popolo che sta vivendo «una crisi economica senza precedenti». «Già solo i prezzi di quello che chiamiamo il paniere minimo del cibo (riso, pasta, zucchero) – calmierati dallo Stato – sono cresciuti, negli ultimi quattro mesi, del 47%. La gente ha fame. In queste settimane, per la prima volta in vent’anni, ho visto persino alcuni insegnanti rovistare nella spazzatura in cerca di cibo».
I salari rimangono al palo. E il potere di acquisto dei cittadini è sceso del 90%. Le persone non possono andare in ospedale perché non hanno i soldi per pagare le cure. Una situazione che ha «costretto» ventiduemila libanesi – solo nell’ultimo anno – a lasciare il Paese per cercare lavoro altrove. «I meno abbienti decidono di partire, affidandosi ai trafficanti e percorrendo le rotte mediterranee del mare» ricostruisce padre Damiano.
E mentre i libanesi se ne vanno, in Libano arrivano in cerca di fortuna (che non troveranno) centinaia di migliaia di profughi siriani.
L’intervista di Andrea Bernardini a padre Damiano è a pagina III.

«Se vogliamo capire l’oggi dobbiamo esaminare ciò che è accaduto ieri; se ci dimentichiamo delle nostre radici siamo alberi sterili che non fanno più frutti». È con queste parole che l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, lo scorso 2 luglio, ha presentato a Stazzema, nella pieve di Santa Maria Assunta, il libro «La Madonna del Piastraio, storia di una devozione», Edizioni dell’Assemblea, di Anna Guidi. Presenti l’assessore comunale alla cultura Serena Vincenti e un pubblico numeroso. Docente di storia e letteratura per più di quarant’anni, già consulente della Soprintendenza dei beni culturali, presidente dell’associazione culturale Alkedo, vicepresidente dell’archeoclub ligure-apuano, componente del direttivo della sezione Versilia storica dell’Istituto storico lucchese, Anna è nota collaboratrice del nostro settimanale. La pubblicazione, che ha coinciso con il bicentenario della fondazione del santuario, è stata «fortemente voluta» da don Simone Binelli, già parroco di Santa Maria Assunta, che ha scritto l’introduzione e supportato Anna Guidi nel lavoro di ricerca storica negli archivi della pieve. Ed è realizzata dal Consiglio regionale della Toscana, che la mette a disposizione liberamente sul sito della Regione. Alla presentazione del libro di Anna Guidi (e alla inaugurazione del loggiato restaurato della propositura di Santa Maria Assunta a Stazzema) c’era per noi Maria Rita Battaglia. Il suo contributo è a pagina II.

Il cuore di generazioni di barghigiani batte ancora forte per don Francesco Pockay, un sacerdote che ha lasciato un’impronta significativa nella loro vita spirituale. L’oratorio da lui avviato negli anni Sessanta, dopo importanti lavori di ristrutturazione, oggi è di nuovo fruibile e a disposizione dell’intera comunità. E già ospita diverse attività. La missione e le potenzialità dell’oratorio sono state illustrate in alcuni incontri pubblici ospitati a Barga. Incontri cui hanno partecipato l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il direttore della pastorale giovanile don Salvatore Glorioso, il professor Umberto Sereni e molti altri. Il servizio di Maria Lammari è a pagina IV del settimanale. 

Il cammino come somma di esperienze e non come somma di chilometri. È la lettura della propria esperienza che Nino Guidi  ha offerto ad un pubblico attento e curioso, convenuto mercoledì scorso al teatro Valgraziosa a Calci. «Passo dopo passo nei paesi delle terre di mezzo» era il titolo scelto per questa iniziativa, anteprima dei Thè di Toscana Oggi, che torneranno il prossimo autunno. L’incontro è stato animato dalle vignette di Tartitarta e dai pezzi musicali suonati con l’oboe dal giovane musicista Federico D’Alesio. Partito il 21 novembre dello scorso anno da Marciana di Cascina, Nino ha camminato per 86 giorni, per una media di sei ore (e 20 km) al giorno e attraversando, dopo la Toscana, la Romagna, il Lazio, l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e il Molise lungo il «Sentiero Italia» tracciato dal Club Alpino Italiano. Il viaggio di Nino Guidi è stato raccontato su Vita Nova – nel settimanale cartaceo e sui nostri social – suscitando notevole interesse tra i lettori: per questo c’era molta attesa di ascoltarlo anche dal vivo . Attesa non delusa: Nino è una guida ambientale esperta e grande camminatore, ma anche un fine narratore che ci ha portato immaginariamente con lui durante il racconto, stuzzicato dalle domande poste da Andrea Bernardini e Cristina Sagliocco e dal pubblico. Ci racconta tutto Alessandro Banti a pagina V del settimanale.

L’Alpe è il luogo di montagna dove si esercita la transumanza e il pascolo. Grotta qui sta per roccia per cui Alpe della Grotta significa Alpe della roccia, nello specifico una roccia per scalatori. Se vi si arriva di domenica mattina (da Stazzema con un’ora di cammino percorrendo i sentieri del Cai 5 e 5°, da Pomezzana con il 106) è il tintinnio ritmato dei moschettoni a farci aguzzare lo sguardo per mettere a fuoco la colonia di «ragni» in arrampicata. Le occasioni per farlo abbondano: il fascio di vie aperte nei fianchi del Procinto, nei «Bimbi» e nella parete sud-ovest del Monte Nona, è, per chi non soffre di vertigini, un perentorio invito a calzare l’imbraco e a munirsi di corda. Ma la verde cupola del Procinto, a 1177 metri di altezza sul livello del mare, e l’antro di Budden, dove zampilla una sorgente, possono essere raggiunti anche con la ferrata. Invece chi preferisce restare con i piedi a terra imbuca il sentiero della Cintola, la cintura alberata che taglia a metà il torrione del Procinto da cui il monte trae il nome. Altre varianti sono i sentieri che portano alle cime del Matanna del Nona, del Croce e del Forato, come ricostruisce per <Girovagar di loco in loco> la nostra <guida> Anna Guidi

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