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Vita Nova del 11 Giugno 2023

IN ARRIVO IL NUMERO DI TOSCANA OGGI DATATO DOMENICA 11 GIUGNO
È in arrivo nelle case degli abbonati e nelle parrocchie il numero di Toscana Oggi datato 11 giugno. Questa la prima pagina del dorso diocesano.

La foto di copertina (di archivio) è relativa alla processione del Corpus Domini per le vie del centro cittadino di Pisa dello scorso anno. Un rito che si ripeterà la prossima domenica 11 giugno. In quel giorno, in Cattedrale, il Santissimo Sacramento sarà esposto dalle ore 15.30 alle ore 17.45. Alle ore 18 l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto presiederà una concelebrazione eucaristica, concelebrata da tutti i presbiteri diocesani e religiosi della città. Durante la Messa l’Arcivescovo conferirà il mandato ad un gruppo di 23 nuovi ministri straordinari della Comunione. Alla fine della Messa si svolgerà la processione eucaristica del Corpus Domini che, attraverso piazza Duomo, piazza Arcivescovado, via Maffi e via Santa Caterina, giungerà alla chiesa di Santa Caterina dove verrà impartita la benedizione alla città di Pisa. 

Nella pagina «Formati dalla liturgia» curata dall’ufficio liturgico diocesano (e che si trova a pagina V del dorso diocesano del settimanale) Matteo Orazini, docente di Teologia liturgica all’Istituto superiore di scienze religiose della Toscana, parla del significato della solennità del Corpus Domini, mentre don Massimiliano Garibaldi del prezioso servizio svolto dai ministri straordinari della comunione. 
Intanto la città di Pisa si prepara alla festa patronale di San Ranieri. Sarà il cardinale Lorenzo Baldisseri, dal 15 settembre 2020 segretario generale emerito del Sinodo dei vescovi a presiedere – sabato 17 giugno alle ore 11 in Cattedrale – la solenne concelebrazione eucaristica per la festa di San Ranieri. Nato il 29 settembre 1940 nella frazione di San Pietro in Campo del comune di Barga, monsignor Baldisseri è sacerdote da sessant’anni. Li ricorderà insieme a don Alberto Armellin, parroco di Montione-Badia dal 1970 e monsignor Luciano Leonardi, vicario episcopale per la pastorale sanitaria. Due sacerdoti, invece, ricorderanno i primi cinquant’anni dall’ordinazione: il nostro arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, 73 anni, pisano e quello di Pescia Roberto Filippini, originario di Vinci e che lo scorso 6 giugno ha compiuto i suoi primi 75 anni di vita. Il servizio di Andrea Bernardini è a pagina II.

Riconoscibile dall’ombrellone giallo aperto, da ottobre a novembre e da marzo a maggio, ogni lunedì, per un’ora e mezza, un «Ape 50» ha sostato davanti alla mensa Martiri, nei pressi di Piazza dei Cavalieri o vicino ai poli principali dell’Università. Dal pianale di carico si levava il tipico aroma di caffè, ma c’erano anche tè e cioccolata calda: l’ideale, dopo la pausa pranzo, insieme ad un sorriso e a una parola dei volontari della Pastorale giovanile della diocesi. Sono stati 350, quest’anno, i giovani – universitari e non solo – a fermarsi all’«Ape caffè». «Abbiamo incontrato ragazzi e ragazze nella loro quotidianità, senza chiedere nulla in cambio» – racconta a «Vita Nova» Maria Vittoria Lami, impegnata nella Pastorale giovanile diocesana. Il servizio di Maria Rita Battaglia è a pagina III.

Tutto comincia con un incontro. Due persone, una di faccia all’altra. Il tema sul tappeto non è banale. Si è di fronte ad una malattia, ad un possibile intervento chirurgico, ad una scelta terapeutica che presenta margini di rischio, ma offre prospettive positive, anche risolutive. In altri casi si è di fronte a una situazione per cui non ci sono soluzioni radicali, ma che è comunque da analizzare, da decifrare, per una possibile assistenza palliativa. Esempi di un percorso di cura che si può sviluppare ad una sola condizione: che si crei una vera comunicazione, un passaggio di informazioni nelle due direzioni, un dialogo. Tra la persona che fa esperienza di malattia, di sofferenza, di solitudine e la persona che è di fronte a lei e che ha il compito della «presa in carico», cioè di prospettare e di concretizzare insieme i possibili percorsi sanitari e sociali che attraversano i diversi scenari dell’ospedale, dell’ambulatorio, del territorio, dell’assistenza domiciliare, della residenza sanitaria, dell’hospice. Il seminario di bioetica, dal titolo: «Dalla comunicazione alla cura», svoltosi su iniziativa dei Medici cattolici (Amci), del Servizio Cultura e Università, della consulta delle aggregazioni laicali, ha visto il contributo di due professionisti impegnati sul campo. La dottoressa Serena Mosti, neurologa, ha condiviso la sua esperienza nell’hospice «Carlo Chenis» di Civitavecchia. Il professor Angiolo Gadducci, ginecologo, ha presentato il percorso di oncologia ginecologica a misura di donna realizzato nell’azienda ospedaliera pisana. Il terzo contributo, offerto da padre Giuseppe Trotta, gesuita, ha arricchito il seminario con la proposta della figura di san Giuseppe Moscati, medico vissuto a Napoli a cavallo tra ‘800 e ‘900, che rappresenta una testimonianza luminosa, proprio per la caratteristica di unità che promana da tutta la sua vita, a partire dalla professione medica, che ha svolto in modo eccezionale. Il servizio di Giuseppe Meucci è a pagina IV.

Una foto del 1924 ritrae ragazzini e adulti butesi, donne e uomini – quasi tutti contadini – pronti a entrare in scena e cantare il Sant’Alessio, Maggio scritto dal poeta pastore Pietro Frediani (Buti, 1775-1857). È un’immagine toccante: i cantori hanno appena svestito gli abiti agresti per diventare santi, infedeli, re, traditori, eroi. Quella che vi abbiamo appena descritto è la prima foto che testimonia la nascita, sul finire dell’ottocento, della Società del Canto del Maggio . Uno «scatto» gelosamente custodito dalla Compagnia «Pietro Frediani» di Buti che con la sua presidente Teresa Paoli porta avanti una tradizione che si perde nella notte dei tempi e che è legata alla natura, al succedersi delle stagioni e della loro ritualità. Dalle origini ad oggi molte generazioni si sono passate il testimone. E oggi la tradizione del canto in quartine di ottonari a rima abba pare più viva che mai. Ci racconta tutto Giulia Pelosini a pagina VI del settimanale.

Domenica 28 maggio, mattina soleggiata e calda, penultimo appuntamento con Le Camminate di Toscana Oggi prima della pausa estiva. La mèta è vicina, una villa – fattoria nelle campagne ai piedi delle Colline pisane inferiori, ma il luogo scelto per il tema della giornata ci riporta lontano, indietro di centinaia di anni nel pieno del suo splendore andato a scemare verso la metà del “900. Da lì, infatti, cadeva nell’oblio,il suo valore economico e la sua funzione nel contesto rurale sbiadivano, si spegnevano, in apparenza, senza un perché e il suo abbandono sarebbe andato ad alimentare il fenomeno inarrestabile che rappresenta lo spopolamento dei borghi. Una moltitudine di piccoli e medi villaggi, ma tutti ugualmente preziosi distribuiti nelle rughe montuose e collinari delle aree interne del nostro Stivale italico. Quelli che nel tempo, con tanta suggestione suscitata, sono stati rinominati «borghi fantasma». La «camminata» di Toscana Oggi è raccontata dalla sua guida, Nino Guidi, a pagina VII.

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