IN ARRIVO IL NUMERO DI TOSCANA OGGI VITA NOVA DATATO DOMENICA 18 DICEMBRE 2022
È in arrivo nelle case degli abbonati e nelle parrocchie il numero di «Toscana Oggi-Vita Nova» datato domenica 18 dicembre 2022. Qui trovate la prima pagina del dorso diocesano.
L’immagine di copertina è dedicata al «presepe che cresce» di Nicosia. Pisa è terra di presepi, come scrive Fabrizio Mandorlini a pagina II del settimanale, avviando un primo «itinerario» dei presepi presenti in diocesi. Un itinerario che parte da Agnano pisano, dove la locale pro-loco ha allestito una grande Natività nei locali attigui alla chiesa e si conclude a Pieve di Santa Luce, dove l’associazione «Impara l’arte e mettila da parte» ha realizzato un presepe capace di esprimere bene il senso di comunità.
Sono gli angeli dei sofferenti: sacerdoti, religiosi e laici quotidianamente impegnati nei reparti ospedalieri della diocesi: per portare Cristo e, insieme, una parola di conforto e di speranza. Gli operatori di pastorale sanitaria si sono ritrovati lo scorso sabato 10 dicembre nella cappella del palazzo arcivescovile per partecipare ad una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Nel suo contributo Demetrio Cutrupi parla di questa significativa realtà e, in particolare, dell’attività del Centro di volontariato operatori pastorali ospedalieri.
Se il mondo non ci aspetta, noi non possiamo «perdere il treno». Tutto va di fretta e noi dobbiamo farci trovare preparati… Chissà quante volte ci siamo sentiti dire queste frasi: tant’è che ci siamo convinti che siano delle verità, se non di ragione, almeno di fatto. Eppure esistono ancora voci controcorrente, esiste ancora chi ci parla di lentezza, anzi di ecologia della lentezza. È questo il titolo di un interessante incontro organizzato dal locale circolo «Laudato Si’» con la collaborazione dell’associazione culturale «Il Carrubo» e ospitato nei giorni scorsi a Pontedera, nella Saletta Carpi di via Valtriani. La lentezza: vera e propria protagonista della serata, declinata attraverso i racconti e le riflessioni dei relatori: Tommaso Giani, diacono e insegnante di religione della diocesi di San Miniato, che ha percorso l’Italia in bicicletta, fino a Reggio Calabria, senza soldi, sperando nell’accoglienza della gente, per cenare e pernottare. E Nino Guidi, artigiano e guida ambientale, collaboratore del nostro settimanale, protagonista, anni fa, di un viaggio a piedi dall’Islanda all’Italia e poi di altre esperienze di cammino. Ci racconta tutto Luigi Cioni a pagina IV del settimanale.
Sulle note di Ballo in Fa diesis minore di Angelo Branduardi, quaranta attori, mento alto e battito di mani a tempo, entreranno domenica prossima sul palcoscenico del teatro «Rossini» a Pontasserchio per l’ultima di quattro repliche dello spettacolo «Il Contenuto vince?». Le altre tre – messe in scena il 30 settembre al teatro «Verdi» a Pisa, il 6 novembre al teatro «Degli Impavidi» a Sarzana e venti giorni più tardi anche al «De Filippo» a Cecina – sono andate tutte sold out. «Il Contenuto vince?», scritto da Lamberto Giannini e diretto dallo stesso Giannini e da Rachele Casali , è uno spettacolo voluto e organizzato dalla Fondazione Maffi per celebrare i suoi 75 anni di attività. Per questo motivo la performance ha girato nei territori nei quali la Fondazione è attiva con alcune sue strutture. E per questo ha coinvolto sul palcoscenico i suoi assistiti che alla Maffi si chiamano Sorelle e Fratelli Preziosi (disabili, anziani, e persone con disabilità psichica), alcuni operatori delle sue strutture (educatori, terapisti occupazionali, psicologi, fisioterapisti, oss, terapisti della neuro psicomotricità e animatori), e alcuni volontari dell’associazione «Holtre» di Cecina (disabili e giovani studentesse). Lo spettacolo, come spesso sa fare Giannini, unirà momenti seri e poetici a quelli buffi e divertenti e in un susseguirsi di musica e movimento i 40 attori in scena, come su una zattera che deve sempre stare in equilibrio, lanceranno le loro provocazioni e metteranno a nudo vita, energia e verità: un’esperienza dirompente e contagiosa che ben si addice alla celebrazione dei 75 anni della Fondazione Maffi. Domenica prossima, al «Rossini» a Pontasserchio, messo a disposizione gratuitamente dal Comune di San Giuliano Terme, gli attori sul palco saranno tutti vestiti allo stesso modo, con le uniformi tipiche degli operatori sanitari, colorate di bianco, rosso, giallo, verde e blu, ovvero dei colori della «Maffi». Ce ne parla Cristina Sagliocco a pagina VI.
«I cancelli di Porta Romana li ho visti, li ho fotografati e li ho anche toccati. Quando viene giorno li aprono. E quando viene sera li chiudono». «Anche i cancelli di viale Petrarca li ho visti, li ho fotografati e li ho toccati: sono verdi». Anche quelli di Villa Vogel (quasi di fronte a casa Zoi) «sono verdi: li ho visti, li ho fotografati. Li ho anche toccati». Filippo Zoi, 26 anni, fiorentino, periodicamente sente il bisogno di elencare ai genitori tutti i cancelli e le porte che ha visto da quando era appena un bambino fino ai giorni nostri. Un elenco «infinito» (si protrae per ore ed ore) ricco di particolari (su forma, colore, orari di apertura, aneddoti ad essi associati) che Pippo fa prima a mamma Raffaella, già insegnante di religione e dipendente comunale e poi a papà Enrico, giornalista e scrittore. Un «rituale» che i genitori insieme allo psicologo di riferimento, sono riusciti a «contenere», nel tempo, perché non divenisse «totalizzante». Ma che ha il «diritto» di esprimersi: anche perché l’osservazione, il disegno e la narrazione dei cancelli sembrano ancorare Filippo alla realtà, oltre che procurargli un piacere tutto suo. Intimo e impenetrabile come l’autismo. «I mille cancelli di Filippo» è il titolo di un film (o docu-film, la discussione, come leggerete sotto, è aperta) realizzato da Adamo Antonacci e presentato nei giorni scorsi al cineclub Arsenale. Protagonisti: lo stesso Filippo, ma anche la sua famiglia, che a poco a poco (complice una «diagnosi» arrivata dopo diversi anni dai primi dubbi manifestati dalla coppia) ha imparato ad entrare in relazione con il «mondo» di suo figlio. Riuscendo a trasformare i suoi «limiti» in «opportunità», valorizzando, ad esempio, la notevole sensibilità artistica per la quale Pippo spende gran parte delle sue energie. Il servizio di Luigi Puccini è a pagina VII del settimanale.
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