il portale della Chiesa Pisana

Cattedrale di Pisa

Cattedrale di Pisa

Piazza Duomo - 56126
Pisa

Contatti:

Altre denominazioni:

Santa Maria Assunta, Chiesa primaziale

Informazioni:

Vicariato: Pisa Nord-Ovest
Ente: Chiesa Cattedrale

Persone

Sacrista

Diac. Massimo Mariancini

Diacono

Diac. Michele Rosati

Arciprete - Canonico de numero

Mons. Giuliano Catarsi

Arcidiacono - Canonico de numero

Mons. Gino Biagini

Penitenziere - Canonico de numero

Mons. Claudio Masini

Canonico de numero

Mons. Luciano Leonardi

Canonico de numero

Mons. Severino Dianich

Canonico de numero

Mons. Adriano Barsotti

Canonico de numero

Mons. Pietro Pierini

Canonico soprannumerario

Mons. Antonio Cecconi

Canonico soprannumerario

Mons. Francesco Bachi

Canonico soprannumerario

Mons. Carlo Campinotti

Canonico soprannumerario

S.E. Mons. Roberto Filippini

Canonico onorario

S.E. Mons. Giovanni Santucci

Canonico onorario

Mons. Franco Baggiani

Canonico onorario

Mons. Franco Cancelli

Canonico onorario

Mons. Rocco Angelo Cuter

Canonico onorario

Mons. Giulio Giannini

Canonico onorario

Mons. Piero Malvaldi

Canonico onorario

Mons. Franco Nannipieri

Canonico onorario

Mons. Paolo Paoletti

Canonico onorario

Mons. Luca Casarosa

Cappellano S. Agnese

Don Federico Franchi

Cappellano S. Michele

Don Salvatore Glorioso

L’attuale edificio fu iniziato nel 1064, per volontà del vescovo Guido e su progetto di Buscheto, dopo la vittoriosa impresa dei Pisani contro i Saraceni a Palermo. La cattedrale fu consacrata nel 1118 dal papa Gelasio II. All’inizio del XII secolo fu prolungata di cinque campate ed arricchita di una nuova facciata ad opera di Rainaldo, alla quale lavorarono, nella seconda metà dello stesso secolo, gli scultori Guglielmo e Biduino. L’edificio fu inoltre adornato da opere di Bonanno, di Nicola e Giovanni Pisano, di Cimabue e di Tino di Camaino. A partire dal Quattrocento vi lavorarono, tra gli altri, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, il Sodoma, Andrea del Sarto e il Bronzino. Il 25 ottobre 1595 un grande incendio, sviluppatosi nel sottotetto, distrusse buona parte dell’interno e rese necessario un vasto lavoro di restauro, al quale risalgono il soffitto a lacunari dorati, le due sagrestie e il nuovo coro. La cattedrale fu riaperta al culto nel 1602. Ulteriori ed importanti restauri furono eseguiti, a partire dal 1825 e fino al 1868, dapprima sotto la direzione di Luigi Cambrai-Digny, poi di Alessandro Gherardesca e infine di Pietro Bellini, ed hanno conferito all’edificio l’aspetto attuale. Nella cattedrale è particolarmente venerata l’immagine duecentesca della Madonna di Sotto gli Organi; nella cappella del transetto destro è conservato il corpo di S. Ranieri, morto nel 1160, dal XVII secolo patrono della città.

IL CAPITOLO

L’istituto canonicale trae la propria origine da comunità di chierici che sorsero per iniziativa episcopale a partire dal IV secolo. Il termine canonico ha la duplice valenza di chierico incardinato in una chiesa locale, distinto quindi dai chierici vagantes o addetti a chiese private, e di soggetto ad una regola (canon) di vita comune. Canonici erano detti pertanto coloro che professavano questa vita in comune e capitulum si denominò la loro quotidiana riunione.

Della presenza nella vita della Chiesa pisana del capitolo canonicale della chiesa vescovile possiamo cogliere le più antiche notizie in età longobarda, allorché comincia la documentazione scritta. Nell’VIII secolo infatti emergono l’arciprete e l’arcidiacono, le due principali figure del presbiterio cittadino: al primo, in genere il più anziano nel grado presbiterale, spettava una preminenza di onore e un certo potere disciplinare sul resto del clero, mentre il secondo sovrintendeva più direttamente alla gestione organizzativa della Chiesa.

Particolare rilievo ebbe la legislazione carolingia, allorché nel concilio presieduto ad Aquisgrana dall’imperatore Ludovico il Pio nell’816 furono emanate le norme relative alla vita comune dei canonici, diffuse in Italia dalla sinodo romana del 15 novembre 826, cui partecipò anche il vescovo pisano Giovanni (II). A lui si può pertanto far risalire l’istituzione della «congregatio canonicorum fratrum» secondo la cosiddetta regola di Aquisgrana. Un secolo più tardi si attuò la separazione patrimoniale tra il vescovo ed i canonici con la donazione del vescovo Zenobio del dicembre 930. Dal X secolo si coglie meglio l’organizzazione interna della canonica, ove compaiono anche le figure del primicerio, del cantore e del custode. Ma gli ideali comunitari all’interno della canonica subirono un progressivo indebolimento tanto che almeno dagli anni Quaranta dell’XI secolo si manifestarono tentativi di riportare i canonici ad una vera vita comune secondo le norme che furono più efficacemente disciplinate dalla sinodo lateranense del 1059. Fino al XV secolo ad essi in teoria spettava l’elezione del vescovo, anche se tale prerogativa era spesso loro contrastata dai pontefici; in caso di vacanza vescovile, era il Capitolo ad amministrare la diocesi.

Dall’inizio del XIII secolo il numero delle prebende canonicali fu fissato in sedici, otto presbiterali, compreso l’arciprete –l’unica dignità rimasta–, quattro diaconali e quattro suddiaconali. La diciassettesima prebenda, cui fu connessa la dignità di primicerio, fu creata dall’arcivescovo Oddone della Sala per un proprio consanguineo. In età moderna invece le dignità furono quelle di arciprete, arcidiacono e decano ed il numero delle prebende tese ad aumentare per la presenza di un certo numero di chierici non pisani.

Dal capitolo provennero gli arcivescovi Uberto, Ubaldo, Lotario, Vitale, Federico Visconti, Giovanni Scarlatti, Francesco Moricotti, Lotto Gambacorta, Angiolo Franceschi. Anche i pontefici Eugenio III e Alessandro III fecero parte della canonica pisana.

VENERABILE UNIVERSITÁ DEI CAPPELLANI BENEFICIATI DELLA CHIESA PRIMAZIALE PISANA

L’istituzione dei cappellani nella Primaziale pisana si deve al sorgere di varie cappelle ed altari del Duomo, cui era annesso un beneficio. Attestati sicuramente dal XIII secolo, i cappellani facevano, a somiglianza dei canonici, vita in comune. 

A partire dal XV secolo essi ricevettero molte donazione, tra le quali i ricchi possedimenti del monastero femminile di S. Stefano ultra Auserem, del convento di S. Croce in Fossabanda ed il beneficio di S. Piero a Grado. 

Colpiti anch’essi dalla politica delle soppressioni, vennero privati di molti dei loro beni, supplendo al loro beneficio con un supplemento di congrua da parte dello Stato.