N ARRIVO IL NUMERO DI TOSCANA OGGI DATATO DOMENICA 26 MARZO
È in arrivo nelle case degli abbonati e in parrocchia il numero di #ToscanaOggi datato domenica 26 marzo. Qui trovate la prima pagina del dorso diocesano #VitaNova.
Mettersi in cammino per le vie della città, pellegrini dietro la croce, e sostare ai crocevia, dove si incrociano strade diverse. Non solo quelle sulle quali camminiamo, ma anche le nostre strade interiori, quelle percorse da chi sta intorno a noi, quelle percorse dall’umanità tutta, segnata da ferite e contraddizioni. È il significato di «Crocevia, in cammino dietro a Gesù», la Via Crucis promossa venerdì scorso dalla Pastorale giovanile della diocesi. Quest’anno la croce che ha preceduto la Via Crucis dalla Cattedrale alla chiesa di San Michele in Borgo era quella della Giornata Mondiale della Gioventù ospitata nel 2000 a Tor Vergata. Testo e fotoservizio di Gabriele Ranieri sono a pagina II.
Questa domenica le offerte raccolte durante le celebrazioni eucaristiche nelle chiese della nostra diocesi saranno destinate a Caritas italiana, che le impiegherà per sostenere progetti in favore delle popolazioni in Turchia e Siria colpite dal sisma. In particolare, nell’immediato, gli operatori della rete Caritas in Turchia sono impegnati nel fornire i bisogni essenziali: cibo, alloggio, beni di prima necessità, con una particolare attenzione ai più vulnerabili come gli anziani, i minori, i malati, i disabili. L’accoglienza richiede anche la messa a disposizione di mense per la fornitura di pasti, strutture per una assistenza sanitaria, spazi per l’accoglienza e l’animazione dei bambini. «In prospettiva – osserva il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli – l’impegno è di restare accanto alle comunità colpite per un periodo medio-lungo perché ci sarà bisogno di rimanere a fianco delle persone colpite anche dopo questa prima fase di emergenza». Gli ambiti di impegno più importanti saranno: il supporto psicologico, per far fronte ai traumi vissuti da tante persone. La riparazione e la ricostruzione di abitazioni e di strutture socio-educative e comunitarie. La riabilitazione e l’avvio di attività economiche a gestione familiare, di promozione dell’occupazione e dell’autoimpiego. Il terremoto ha colpito comunità e territori che erano già caratterizzate da gravi situazioni di povertà e vulnerabilità, sia in Turchia sia in Siria. Quindi, oltre a prendersi cura dei bisogni materiali, Caritas organizzerà anche iniziative di inclusione sociale dei più vulnerabili e azioni di ricostruzione dei legami comunitari. Le offerte potranno essere versate anche con un bonifico sul conto corrente bancario intestato ad Arcidiocesi di Pisa – Caritas Diocesana, codice Iban IT60U0523214002000000012410. Il servizio di Andrea Bernardini è a pagina III.
Nella festa patronale di San Giuseppe, la comunità pontederese dell’Oltrera si è stretta intorno a Roberto Zucchi, seminarista pisano ammesso agli ordini sacri del diaconato e presbiterato. Roberto è figlio di Angela, medico di famiglia, originaria di Alessandria e Riccardo, originario di Castelnuovo Garfagnana, docente di biochimica a Pisa e da poco nominato rettore del nostro ateneo. Nato 27 anni fa a Pisa, nella nostra città è cresciuto in una famiglia numerosa, insieme a «tre sorelle più grandi di me (che mi hanno fatto diventare zio già quattro volte): Francesca, che lavora per un’azienda farmaceutica, Anna, che lavora a Milano in Luxottica, e Dina, medico, specializzata in reumatologia». Roberto Zucchi ha frequentato il liceo classico «Galileo Galilei» a Pisa, e in seguito ha studiato filosofia alla Scuola Normale Superiore, ottenendo la laurea magistrale. La sua è una fede trasmessa dai genitori «a parole e con l’esempio di vita». L’intervista di Andrea Bernardini a Roberto Zucchi è a pagina IV del dorso diocesano del settimanale.
Oltre centotrenta i partecipanti alla XII assemblea diocesana delle scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, alla presenza dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, sabato 18 marzo scorso, nell’auditorium Giuseppe Toniolo e su YouTube, dove le visualizzazioni ad oggi superano quota 400, segno della rilevanza del tema: La buona educazione per superare il bullismo, e strumenti concreti di prevenzione e accompagnamento per insegnanti e genitori che ogni giorno, al suono della campanella, rinnovano quell’alleanza educativa che comincia sui banchi di scuola e continua a casa: una corresponsabilità costituzionalmente fondata che in particolare la scuola cattolica – ma non solo – realizza in consonanza con il Patto educativo globale di papa Francesco. I saluti e gli interventi istituzionali sono stati precorsi dall’attualità, evocata da Francesco Ippolito, il giornalista moderatore: un’indagine Istat rivelativa del rapporto tra bullismo e povertà e un parere del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, sul fenomeno nelle scuole superiori: per contrastarlo ci vuole più scuola, sospensione e allontanamento non sarebbero misure efficaci; per quegli insegnanti incorsi nel ruolo di vittima l’offerta di assistenza legale da parte dell’avvocatura di Stato segue l’istituzione del tavolo ministeriale «Autorevolezza e rispetto». Una crociata, per Ippolito, da interpretare così: siamo disposti a tutto purchè il fenomeno sia debellato. Ma in cosa consiste, esattamente, il fenomeno? La risposta a questa domanda è sembrata ai relatori condizione previa ad ogni ricerca di superamento. Maria Rita Battaglia ha seguito per noi l’assemblea. Il suo resoconto è a pagina VI del settimanale.
Madonna dell’Acqua, via delle Murella. Una striscia in cartoncino lunga cinque metri racconta la storia della Salvezza, dai patriarchi a Gesù Cristo. Incorniciata e appesa alla pietra viva, suona come una catechesi vivente per tutti coloro che frequentano quell’edificio. No, non siamo nei locali parrocchiali, ma in una ex casa colonica, nei laboratori della lavanderia industriale «Irpinia». Centrale termica, tunnel di lavaggio, linee da stiro, introduttori, mangani, piegatrici. Migliaia di pezzi di biancheria piana puliti e confezionati, da distribuire ai clienti – albergatori e ristoratori – della Toscana. Ci fa da Cicerone un piccolo uomo dal grande cuore, la barba folta di Babbo Natale, lo sguardo penetrante, il timbro di voce da cantante lirico, la passione per le romanze italiane. Mario Mastromarino, 73 anni, originario di Montemarano, paese del vino e della tarantella, 2600 anime in provincia di Avellino. La storia della sua famiglia somiglia un po’ a quella di tante famiglie meridionali partite da casa in cerca della terra promessa. Il servizio è a pagina VII.
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